Documentazione del progetto artistico de-conStructure.
Il progetto consiste nel costruire una installazione-simulacro, da cui partire per contaminare arte, filosofia, architettura, grafica, musica, informatica in un lavoro "de-costruito" per definizione, seppure "strutturato" dal progetto.
La documentazione stessa è parte integrante dell'opera.

venerdì, marzo 24, 2006

Electricity

Ho finito l'allestimento dello stand. Sono soddisfatto, ora vediamo i commenti...

Le foto sono visibili qui... (un commento l'ho già avuto dall'elettricista che mi ha posizionato le luci. Le ha guardate un po' e poi mi ha detto "sono tridimensionali". Credo che abbia colto il senso)

giovedì, marzo 23, 2006

Fahreneit 451?

Non sia mai... se bruciassero i miei libretti, dopo che li ho appena finiti (yeah), dovrei buttarmi nel rogo anch'io!
Domattina c'è l'allestimento a Vernice. Meglio andare a dormire. Questo lavoro mi ha dato molto, ma mi ha tolto molto, in particolare il sonno...

mercoledì, marzo 22, 2006

Informale

Sono andato a Modena a vedere la mostra Informale. E' stata incredibile.
Ma non ne parlo adesso.
In realtà sono andato a Modena a prendere le foto. Sono pazzesche (che brutto termine, è come se avessi detto "sono carine").
Vediamo che effetto faranno nell'insieme della mostra con la costruzione, la musica e tutto il resto.

giovedì, marzo 09, 2006

Away

Ho spedito i file per la stampa al laboratorio. Abbiamo deciso per dei 50x70, stampa lambda metallica pannellata su forex nero più largo dell'immagine.
E' un po' una sovrastruttura, ma credo che possa esaltare i colori e le forme, e direi anche la tridimensionalità di alcune delle immagini.
Ora sono un po' più tranquillo; la prossima settimana sono a Bruxelles per lavoro, quindi quando torno si gioca tutto quello che devo ancora finire.
Cioè preparare i cd con la musica di Zonda e le copertine (50 copie), numerarli e firmarli, inscatolarli e mettere il bollino SIAE. Poi continuare con i libretti, ecc. ecc.

lunedì, marzo 06, 2006

Scegli una carta, una sola

Sono appena tornato dall'incontro serale con Bob. Abbiamo scelto, poi riscelto, poi riscelto ancora, mescolando i nostri criteri mentali, e alla fine ne abbiamo lasciate dieci.
Proprio quelle che serviranno per la mostra a Vernice Art Fair.
Per ora si possono vedere qui.

(tra l'altro l'amico Fabio Iacuitti mi ha fatto notare che ad ogni refresh della pagina, la posizione cambia. Carino, mi ha detto, ma come lo riproduci in una mostra?)

sabato, marzo 04, 2006

Non fermate lo sguardo alla materia

Questa mattina abbiamo fatto le foto in studio dal mio amico Bob. Definirlo studio è riduttivo, dato che è praticamente un loft (architettura, ancora architettura) con una zona di posa di dimensioni impressionanti.
Per la parte illuminazione ci ha praticamente pensato lui. Io ho scattato.
Diciamolo. Questo oggetto è veramente impossibile, specialmente da fotografare. Però ne vale la pena.
Infatti ho cominciato a revisionarle, scartarle, tagliarle (erano quasi 200 scatti), con l'accordo che ci si ritrova domani sera, si fa una selezione della mia selezione/elaborazione e poi si scatta ancora.

giovedì, marzo 02, 2006

Uncanny (inspiegabile, misterioso)

Arrivati i due libri ordinati da Amazon su James Casebere.
Realizza plastici da tavolo, miniature di spazi architettonici che illumina con luci simil-reali, teatrali, e poi fotografa in modo da rendere invisibile il fatto che sia un modellino (spesso si tratta di foto di interni). Ma qualcosa non quadra: stanze vuote e allagate per gli interni, finestre e porte chiuse o spente, tranne una.
Incredibilmente realistiche e allo stesso tempo incredibilmente surreali.
Le sue foto si collocano davvero al confine fra scultura, architettura e fotografia... per cui trovo molte analogie con quello che sto facendo (se pur con presupposti e finalità molto diverse).

Nel libro "The Architectural Unconscious" ho trovato una citazione interessante, dal libro di Walter Benjamin "L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica":
"L'architettura ha sempre rappresentato una forma d'arte la cui percezione è consumata dalla collettività in uno stato di distrazione"

Voglio aggiungerla al libretto.

Tornando a "unconscious", l'introduzione critica è molto interessante, e lo è in particolare una definizione architettonico-filosofica (traduco a braccio) di "facciata".
La facciata di un edificio è la sua presentazione formale al mondo esterno. Ma facciata sta anche ad indicare qualcosa che appare superficialmente, che illude.
Ed è vero infatti che la facciata nasconde tanto quanto rivela a proposito di un edificio, come in quei palazzi vetrati che mescolano le trasparenze dell'interno alle riflessioni dell'esterno.