Arrivati i due libri ordinati da Amazon su
James Casebere.
Realizza plastici da tavolo, miniature di spazi architettonici che illumina con luci simil-reali, teatrali, e poi fotografa in modo da rendere invisibile il fatto che sia un modellino (spesso si tratta di foto di interni). Ma qualcosa non quadra: stanze vuote e allagate per gli interni, finestre e porte chiuse o spente, tranne una.
Incredibilmente realistiche e allo stesso tempo incredibilmente surreali.
Le sue foto si collocano davvero al confine fra scultura, architettura e fotografia... per cui trovo molte analogie con quello che sto facendo (se pur con presupposti e finalità molto diverse).
Nel libro "
The Architectural Unconscious" ho trovato una citazione interessante, dal libro di
Walter Benjamin "
L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica":
"L'architettura ha sempre rappresentato una forma d'arte la cui percezione è consumata dalla collettività in uno stato di distrazione"
Voglio aggiungerla al libretto.
Tornando a "unconscious", l'introduzione critica è molto interessante, e lo è in particolare una definizione architettonico-filosofica (traduco a braccio) di "facciata".
La facciata di un edificio è la sua presentazione formale al mondo esterno. Ma facciata sta anche ad indicare qualcosa che appare superficialmente, che illude.
Ed è vero infatti che la facciata nasconde tanto quanto rivela a proposito di un edificio, come in quei palazzi vetrati che mescolano le trasparenze dell'interno alle riflessioni dell'esterno.